Duplice omicidio di Arezzo: prima è morta la suocera, Brunetta Ridolfi, 76 anni, sotto i fendenti sferrati dal genero con il coltello, poi è spirata Sara Ruschi, 35, la compagna di Jawad Hichman, magrebino di 38 anni. L'uomo l'altra notte si è trasformato da tranquillo padre di famiglia, come tutti lo descrivono, in feroce assassino.

Si aggiungono particolari al fatto di sangue di via Benedetto Varchi, ad Arezzo, al civico 4 proprio davanti a Porta San Lorentino che fa da ingresso al centro storico. Il nordafricano è in arresto e ancora non si è sottoposto ad interrogatorio. Confuso, stordito.

Lui e la compagna lavoravano nel settore della ristorazione e degli alberghi. Una coppia apparentemente serena, con due figli, uno di 16 anni e una bimba piccola di 2. Anche ieri, mercoledì 12 aprile, l'uomo è stato visto insieme alla figlioletta. Legatissimi. Cosa sia successo, cosa abbia innescato la molla della violenza deve essere ancora accertato dalla Squadra Mobile guidata dal dottor Sergio Leo.

Non risultano episodi denunciati di maltrattamenti. La presenza della suocera in casa, che abita a Ceciliano, frazione di Arezzo, non è chiaro se sia da interpretare come un intervento a garanzia e tutela della figlia, in un momento di attrito di coppia, o se semplicemente fosse a dare una mano alla famiglia.

L'aggressione è avvenuta verso l'una. Le due donne non hanno avuto scampo: erano in pigiama, pronte ad andare a letto. Sara è deceduta in ospedale ma era già in fin di vita quando è stata soccorsa. E' stato il figlio sedicenne a dare l'allarme. L'omicida è stato arrestato a dieci metri da casa, vicino alla cabina telefonica, dove sono presenti tracce di sangue. Non ha opposto resistenza. Nel quartiere della città incredulità e dolore. Arezzo sconvolta.