Duplice femminicidio, parla al Corriere di Arezzo il fratello di Sara Ruschi, Roberto. Oggi in carcere udienza di convalida dell'arresto per il compagno Jawad, che ha ucciso lei e la suocera, a coltellate, davanti ai figli di 16 e 2 anni.

"Mia sorella Sara soffriva dentro. Aveva un rapporto difficile con il compagno ma era sempre positiva: viveva per i figli e sperava che le cose cambiassero".

Roberto Ruschi, 50 anni, volontario della Croce Bianca di Arezzo, è fratello di padre della cuoca 35enne uccisa con venti coltellate da Jawad Hichman, 38, che nella notte di sangue in via Varchi, a San Lorentino, ha ammazzato anche Brunetta Ridolfi, la suocera che di anni ne aveva 76. Un massacro consumato davanti agli occhi del figlio 16enne della coppia e della bimba di 2 anni.

"Sono a casa di mio babbo Enzo, a Case Nuove di Ceciliano. La bambina cerca continuamente la mamma e la nonna. Il fratello si fa forte, già dice che quando avrà 18 anni vorrà prendersi cura lui della sorellina. Hanno visto tutto, è stata Brunetta a svegliarli chiedendo disperatamente aiuto. Terribile. I servizi sociali del Comune sono eccezionali, stanno facendo davvero tanto e noi familiari ci siamo stretti l'un l'altro mettendo da parte orgoglio e incomprensioni: con mio padre erano venti anni che non ci parlavo". ...

Nell'intervista Ruschi parla dell'ultimo incontro con Sara, sorella di sangue dalla parte di padre, della confidenza che gli fece sui problemi di coppia, del suo carattere, dei funerali, della loro vicenda familiare particolare, del desiderio di giustizia ma soprattutto della necessità di crescere i due minori rimasti senza genitori e nonna.