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In Rai il cambiamento tarda ad arrivare perché c'è chi non vuole sloggiare

Carlo Fuortes Carlo Fuortes, dirigente pubblico e economista

Ma ci sarà questo cambiamento alla Rai? Nelle prossime ore dovrebbe svolgersi il Cda che si dava per decisivo con tanto di fanfare, ma le certezze sulla fuoriuscita di Carlo Fuortes â?? che sta asserragliato nella cabina di comando di viale Mazzini â?? non le ha nessuno. Con un paradosso che lascia ampi spazi all'ironia. Il centrodestra deve trovare lavoro all'amministratore delegato di sinistra, sennò non se ne va dalla Rai e il cambiamento resta un'utopia. A parti rovesciate proviamo a immaginare che cosa sarebbe potuto accadere al malcapitato. Altro paradosso: Fuortes vorrebbe tornare a dirigere una grande istituzione teatrale e punta â?? dicono â?? su quelle delle metropoli che stanno in mano a sindaci di sinistra. I quali, a loro volta, non ne vogliono sapere di "fare un favore" al governo di destra. Conseguenze: sta per arrivare la stagione dei palinsesti da presentare, serve la programmazione, e anche gli investitori pubblicitari devono capire che cosa può accadere. Se si continua così diventerà impossibile governare l'azienda del servizio pubblico. Che, detto per inciso, modificava il management persino quando la dc cambiava segretario per le manovre delle correnti; ma ora dovrebbe restare immobile persino di fronte allo straordinario cambiamento impresso il 25 settembre scorso. No, così non va bene, perché nel frattempo il prodotto è sempre quello offerto da chi serviva i vecchi padroni e ora vuole ostacolare chi ha vinto a meno di non ricevere una contropartita. Il tutto alla faccia del canone che gli italiani continuano a versare in barba ai loro orientamenti. Il pluralismo dovrebbe essere una delle motivazioni alla base del balzello in bolletta. E invece i personaggi restano sempre gli stessi, le parole d'ordine pure. Ã? un grande tema di egemonia culturale che continua a pesare sulla società, attraverso la tv di Stato. Ma andando avanti così qualcuno, prima o poi, si dovrà chiedere a che serve un'azienda pubblica se tutto rimane come vogliono i vecchi maneggioni di prima.