Per aprire questo sito web è necessario che javascript sia abilitato, correggi le impostazioni del tuo browser e ricarica la pagina. Buona lettura!

Arezzo, uccise compagna e suocera: fa appello. "Togliere l'ergastolo, ecco perché"

L'omicida in tribunale L'omicida in tribunale

Ha ucciso a coltellate la compagna e la suocera, è stato condannato all'ergastolo ed ha presentato istanza di appello per togliere il massimo della pena. Si riapre il caso giudiziario di Jawad Hicham, 39 anni, l'uomo di origini magrebine che nell'aprile 2023 ad Arezzo ha assassinato Sara Ruschi, davanti ai loro figli, e Brunetta Ridolfi, madre di lei. Un fatto di sangue che ha scosso la città, in via Benedetto Varchi. Secondo la difesa, con l'avvocato Maria Fiorella Bennati, ci sono tre motivi da considerare in corte di assise di appello a Firenze: non c'è l'aggravante che fa scattare l'ergastolo, quella della convivenza stabile e del rapporto affettivo in atto, in quanto Jawad di fatto era stato già lasciato, la vita di coppia era finita, lui rimaneva nell'abitazione solo in attesa di trovarne una nuova; non è stato disposto l'accertamento psichiatrico sui disturbi manifestati dall'uomo, come doveva essere per chiarire i dubbi esistenti; vanno concesse le attenuanti generiche. L'autore del duplice femminicidio è in carcere a Prato. Secondo la corte aretina guidata dal presidente Annamaria Loprete Jawad non meritava sconti per il suo comportamento, la furia omicida messa in atto davanti ai figli: la piccola, 2 anni, era sul letto accanto alla madre massacrata con oltre venti fendenti, il figlio maggiore, 17enne, tentò disperatamente di soccorrere madre e nonna, colpita pure lei.